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5 consigli per gli allenatori su come individuare disturbi alimentari negli atleti

Sport

Lo sport è una risorsa per molti: permette la socializzazione, insegna la disciplina, promuove il benessere, aumenta l’autostima e se praticato con criterio è una componente chiave di uno stile di vita salutare. Tuttavia, gli atleti sono particolarmente a rischio per lo sviluppo di disturbi alimentari: la pressione per la performance perfetta, la competizione estrema e l’eccessiva attenzione sulla forma fisica possono creare un ambiente che conduce ai disturbi alimentari.

Cinque consigli per gli allenatori: come identificare un disturbo alimentare?

  1. Comprendere i sintomi e i segni. La conoscenza è un aiuto prezioso: gli allenatori possono individuare in fretta i sintomi di un disturbo alimentare perché sono a contatto con gli atleti e ancor di più possono rendersi conto di quando lo sport passa dall’essere una risorsa a un’ossessione. Avere una chiara conoscenza di come si sviluppano e si manifestano anoressia e bulimia può essere molto d’aiuto per distinguere ciò che è sano da una forma di sofferenza espressa attraverso un disturbo alimentare.
  2. Capire i rischi. Il rischio che un atleta sviluppi un disturbo del comportamento alimentare è molto più alto rispetto a chi non pratica uno sport. Perché? Gli atleti tendono a porre attenzione alla dieta, all’aspetto, alla dimensione e al peso. Per questo motivo, rischiano di cadere in patologie come l’anoressia, la bulimia o il disturbo da binge eating. In particolare, gli sport individuali hanno un rischio più elevato degli altri sport
  3. Supportare gli atleti: gli allenatori possono supportare gli atleti nello sviluppare un sano senso di sé. Come? E’ necessario comunicare agli atleti che il valore di una persona non è legato soltanto alla performance. Inoltre, si possono supportare gli atleti ponendo meno attenzione su fattori come la forma corporea e il peso e più sulla motivazione e l’entusiasmo. Se un atleta sta già affrontando un disturbo alimentare può essere di supporto “fare rete” mettendosi in contatto con gli specialisti che lavorano con lui/lei sul disturbo, per avere indicazioni utili.
  4. Cercare aiuto. Gli allenatori sono rispettati dagli atleti e la fiducia può essere un ottimo alleato per parlare con l’atleta o rivolgersi alla sua famiglia. Il coach può aiutare a mettere in contatto la famiglia o l’atleta con medici o psicologi che si occupino di disturbi del comportamento alimentare. Attenzione però: è sempre bene adoperare il massimo tatto e un’estrema sensibilità.
  5. Tenersi informati. Accedere a risorse web come il nostro blog o il canale youtube può aiutarti a tenerti aggiornato e approfondire la tua conoscenza dei disturbi alimentari.

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